La Valle dell'Astico, una delle tante valli delle prealpi vicentine. Si ritrova stretta tra il massiccio del Pasubio e l'Altopiano dei Sette Comuni. Solcata dal torrente Astico, rappresenta una delle più suggestive aree naturali del Veneto.
La sua storia era caratterizzata da piccole comunità contadine, che operavano coltivazioni su terrazzamenti. Nella fase di industrializzazione, che si è sviluppata totalmente in pianura, la valle ha subito uno spopolamento dei piccoli centri abitati. La crisi del modello produttivo veneto nell'alto vicentino, e in generale l'attuale e duratura crisi economica, hanno determinato livelli di cassaintegrati e di disoccupazione giovanile mai visti prima. Le piccole attività esistenti in valle hanno sofferto la chiusura delle aziende di cui erano indotto e di conseguenza le attività commerciali, bar e piccoli negozi hanno chiuso.
Contemporaneamente si è rafforzata la consapevolezza che quel modello, oltre ad aver prodotto danni irreversibili con la cementificazione e l'utilizzo del territorio solo ai fini della produzione, non era e non sarà mai capace di armonizzare il rapporto delle persone con la propria vita e con la gioia di viverla.
La sua storia era caratterizzata da piccole comunità contadine, che operavano coltivazioni su terrazzamenti. Nella fase di industrializzazione, che si è sviluppata totalmente in pianura, la valle ha subito uno spopolamento dei piccoli centri abitati. La crisi del modello produttivo veneto nell'alto vicentino, e in generale l'attuale e duratura crisi economica, hanno determinato livelli di cassaintegrati e di disoccupazione giovanile mai visti prima. Le piccole attività esistenti in valle hanno sofferto la chiusura delle aziende di cui erano indotto e di conseguenza le attività commerciali, bar e piccoli negozi hanno chiuso.
Contemporaneamente si è rafforzata la consapevolezza che quel modello, oltre ad aver prodotto danni irreversibili con la cementificazione e l'utilizzo del territorio solo ai fini della produzione, non era e non sarà mai capace di armonizzare il rapporto delle persone con la propria vita e con la gioia di viverla.
Sempre più si assiste infatti, in modo particolare nei giovani, a una ri-comprensione del concetto di lavoro. Si nota con gioia un ritorno di persone a ripopolare aree come la Valle dell'Astico, le quali mettono al primo posto il rapporto tra il lavoro inteso come attività umana e l’ambiente.
Si riparte dalle piccole produzioni locali legate al territorio, marmellate, salumi, formaggi, miele, produzioni orticole biologiche, piccoli laboratori familiari artigianali, progetti di cooperative sociali, ecc.; si comincia a parlare di turismo lento e sostenibile, B&B, escursionismo, ospitalità, in sostanza si comincia a delineare una vocazione della valle ad un'economia turistica. Tutto ciò è oggi fortemente minacciato dal progetto che prevede il proseguimento dell’autostrada Valdastico verso Trento: la cosi detta Valdastico Nord.
Un'autostrada che sin dagli anni sessanta è rimasta ferma in quanto non redditizia; non voluta neanche nel periodo d'oro dello sviluppo industriale veneto e vicentino, ma che salta fuori oggi in piena crisi economica come necessità primaria: perché?
Per capire dobbiamo qui ripercorrere alcuni passaggi.
La società Autostrade Bs Vr Vi Pd, che dal 1956 gestisce l'autostrada Brescia Padova (con incassi di 500 milioni di euro l'anno, e con canoni aumentati del 20% dall'inizio della crisi ad oggi) è riuscita, a furia di acquisizioni e di opere accessorie, a prolungare la concessione trentennale ben oltre la scadenza naturale, fino al 2013; a questo punto però, e dopo aver chiesto una ulteriore proroga, la Società Autostrade rischiava di perdere la concessione, che secondo le regole dell'UE deve essere data in gara europea: vinca chi offre di più (allo Stato). Ottiene tuttavia una proroga "per lavori" fino al 2026: per completare, appunto, la A31 verso nord. Per ottenere un ulteriore rinnovo di una decina d'anni, la Società BS-PD è pertanto disposta a sostenere un un esborso di 3,1 miliardi di euro per costruire un'opera qualsiasi, anche se economicamente insostenibile, anche se territorialmente devastante.
Si riparte dalle piccole produzioni locali legate al territorio, marmellate, salumi, formaggi, miele, produzioni orticole biologiche, piccoli laboratori familiari artigianali, progetti di cooperative sociali, ecc.; si comincia a parlare di turismo lento e sostenibile, B&B, escursionismo, ospitalità, in sostanza si comincia a delineare una vocazione della valle ad un'economia turistica. Tutto ciò è oggi fortemente minacciato dal progetto che prevede il proseguimento dell’autostrada Valdastico verso Trento: la cosi detta Valdastico Nord.
Un'autostrada che sin dagli anni sessanta è rimasta ferma in quanto non redditizia; non voluta neanche nel periodo d'oro dello sviluppo industriale veneto e vicentino, ma che salta fuori oggi in piena crisi economica come necessità primaria: perché?
Per capire dobbiamo qui ripercorrere alcuni passaggi.
La società Autostrade Bs Vr Vi Pd, che dal 1956 gestisce l'autostrada Brescia Padova (con incassi di 500 milioni di euro l'anno, e con canoni aumentati del 20% dall'inizio della crisi ad oggi) è riuscita, a furia di acquisizioni e di opere accessorie, a prolungare la concessione trentennale ben oltre la scadenza naturale, fino al 2013; a questo punto però, e dopo aver chiesto una ulteriore proroga, la Società Autostrade rischiava di perdere la concessione, che secondo le regole dell'UE deve essere data in gara europea: vinca chi offre di più (allo Stato). Ottiene tuttavia una proroga "per lavori" fino al 2026: per completare, appunto, la A31 verso nord. Per ottenere un ulteriore rinnovo di una decina d'anni, la Società BS-PD è pertanto disposta a sostenere un un esborso di 3,1 miliardi di euro per costruire un'opera qualsiasi, anche se economicamente insostenibile, anche se territorialmente devastante.
Dai documenti finora presentati, infatti si capisce che sarà un'opera che non si pagherà mai (in vent'anni, secondo il piano economico della Società, i pedaggi avranno coperto meno di 1/3 del costo dell'opera), e che per i potenziali utilizzatori avrà costi enormi.
Ma soprattutto si comprende che questa opera, oltre a devastare il territorio con i suoi 50 metri di larghezza che consumeranno un milione di metri quadrati nella valle dell'Astico (pari a 103 ettari ovvero 268 campi vicentini), RENDERA' INVISIBILE E IN-VISITABILE il territorio e la vallata; proprio per la sua caratteristica di arteria di scorrimento veloce, porterà le persone da un luogo all'altro, da un capo all'altro della valle, che sarà ridotta al ruolo di corridoio. E nei corridoi, si sa, non vive nessuno.
Ed è proprio di questo che gli abitanti della vallata e dei territori adiacenti sono preoccupati.
Questa autostrada, se sarà fatta, ipotecherà irreversibilmente e senza possibilità di riscatto il futuro della valle e delle prossime generazioni; renderà inutili e impossibili gli sforzi e i tentativi che una comunità sta mettendo in atto per costruire relazioni con il territorio diverse, modi di produrre diversi, un futuro diverso e un presente che qui ed ora incominci a costruire un mondo diverso e vivibile.
Le persone vogliono esistere, adesso, nel futuro dei propri figli. E per questo vogliono resistere. Resistere al pensiero che ci possa essere un solo modo per costruire futuro, e che questo modo debba esser imposto dall'alto. Resistere per decidere come e cosa produrre nel proprio territorio. Resistere per potersi riconoscere nel paesaggio. Resistere contro lo spreco di risorse, che si vogliono, si debbono impegnare per la salute, per il bene comune, per lo sviluppo sostenibile e rispettoso del territorio. Per questo le persone vogliono imparare a costruire comunità, a confrontarsi, a discutere, a scambiarsi e condividere pensieri.
Per questo, LA COMUNITÀ SALVIAMO LA VALDASTICO INVITA TUTTE E TUTTI (SINGOLI, ASSOCIAZIONI, GRUPPI E MOVIMENTI) coloro che vivono con senso di responsabilità le scelte fatte sul territorio dove costruiscono la propria vita e il futuro dei propri figli, e sono consapevoli del danno irreversibile che lo scellerato progetto della A31 Nord porterà alla vallata dell' Astico,
Ma soprattutto si comprende che questa opera, oltre a devastare il territorio con i suoi 50 metri di larghezza che consumeranno un milione di metri quadrati nella valle dell'Astico (pari a 103 ettari ovvero 268 campi vicentini), RENDERA' INVISIBILE E IN-VISITABILE il territorio e la vallata; proprio per la sua caratteristica di arteria di scorrimento veloce, porterà le persone da un luogo all'altro, da un capo all'altro della valle, che sarà ridotta al ruolo di corridoio. E nei corridoi, si sa, non vive nessuno.
Ed è proprio di questo che gli abitanti della vallata e dei territori adiacenti sono preoccupati.
Questa autostrada, se sarà fatta, ipotecherà irreversibilmente e senza possibilità di riscatto il futuro della valle e delle prossime generazioni; renderà inutili e impossibili gli sforzi e i tentativi che una comunità sta mettendo in atto per costruire relazioni con il territorio diverse, modi di produrre diversi, un futuro diverso e un presente che qui ed ora incominci a costruire un mondo diverso e vivibile.
Le persone vogliono esistere, adesso, nel futuro dei propri figli. E per questo vogliono resistere. Resistere al pensiero che ci possa essere un solo modo per costruire futuro, e che questo modo debba esser imposto dall'alto. Resistere per decidere come e cosa produrre nel proprio territorio. Resistere per potersi riconoscere nel paesaggio. Resistere contro lo spreco di risorse, che si vogliono, si debbono impegnare per la salute, per il bene comune, per lo sviluppo sostenibile e rispettoso del territorio. Per questo le persone vogliono imparare a costruire comunità, a confrontarsi, a discutere, a scambiarsi e condividere pensieri.
Per questo, LA COMUNITÀ SALVIAMO LA VALDASTICO INVITA TUTTE E TUTTI (SINGOLI, ASSOCIAZIONI, GRUPPI E MOVIMENTI) coloro che vivono con senso di responsabilità le scelte fatte sul territorio dove costruiscono la propria vita e il futuro dei propri figli, e sono consapevoli del danno irreversibile che lo scellerato progetto della A31 Nord porterà alla vallata dell' Astico,
- 1. a partecipare all'assemblea pubblica che si terrà a Cogollo Del Cengio "COSTRUIRE
COMUNITA', COSTRUIRE FUTURO", mercoledì 12 aprile ore 20.30, presso Bocciodromo a Cogollo del Cengio, organizzata dalla Comunità Salviamo la Valdastico, e con la partecipazione di:
COMUNITA', COSTRUIRE FUTURO", mercoledì 12 aprile ore 20.30, presso Bocciodromo a Cogollo del Cengio, organizzata dalla Comunità Salviamo la Valdastico, e con la partecipazione di:
Movimento Giovani Astici, Rete degli Amministratori "Noi Val d'Astico"; ospite Nicoletta Dosio, storica militante No Tav della Val di Susa.
- 2. a sottoscrivere e diffondere questo appello!
Valle dell'Astico, 3 aprile 2017
Comunità Salviamo la Valdastico
Prime adesioni:
- associazione Isolon per l'ecologia sociale - Chiuppano
- associazione Agorà - Schio
- LEGAMBIENTE
- Comitato Difesa Salute e territorio - Altovicentino
- Rete dei Comitati dell'Altovicentino
- Polisportiva sans Papiers - Schio
- Ecoistituto del Veneto "Alex Langer" - Venezia
- associazione Amico Albero - Mestre
- Movimento dei Consumatori Mestre
- Venezia Ambiente
- ITALIA NOSTRA medio-basso Vicentino
- CSA Arcadia - Schio
- Regola di Casotto - Pedemonte
- WWF Trentino
- comitato Salviamo il Tovo - Arsiero
- comitato OPZIONE ZERO - Riviera del Brenta
- associazione culturale Viva Cogollo
- LiberogasPiovene gruppo di acquisto solidale
- associazione culturale e g.a.s Terra di Nessuno - Caltrano
- Cs Bocciodromo - Vicenza
- Coordinamento Studentesco Vicenza
- Polisportiva Independiente - Vicenza
- Presidio No Dal Molin - Vicenza
- #Vicenzasisolleva

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